Ciao a tutti,
oggi mi occuperò della recensione dell’Ibanez Ergodyne EDB3 00, un basso che ho avuto modo di trovare ad un prezzo molto accessibile guardando tra i vari annunci su internet.
La serie Ergodyne è comparsa nel catalogo Ibanez nel 1997, portando con se alcune innovazioni di cui vi parlerò nello specifico di seguito.
Partiamo subito con la recensione dell’Ibanez Ergodyne EDB 300 analizzandone come sempre gli aspetti tecnici.
Pickup ed elettronica
L’Ibanez Ergodyne EDB 300 è un basso caratterizzato da elettronica passiva, due pickup, tre manopole per le regolazione e un uscita jack.
Per quanto riguada i pickup si tratta di due soapbar double coil ceramici DXH1 e DXH2, con bobine non splittabili.
Le manopole di regolazione permettono di agire sui volumi dei pickup e il tono dello strumento nella configurazione volume + volume + tono.
Il vano elettronica e i vani pickup sono risultati molto ordinati e ben schermati contro le interferenze grazie alla vernice conduttiva.
Body, manico e hardware.
Come avevo accennato all’inizio della recensione, l’Ibanez Ergodyne EDB 300 porta con se un’innovazione. L’innovazione di cui sto parlando è il body in luthite, un materiale sintetico, ideato nel 1996 e realizzato appositamente per strumenti musicale, introdotto proprio con la serie Ergodyne e con i bassi Cort della serie Curbow.
Una delle caratteristiche di questo materiale è l’estrema leggerezza, ottimo sustain e risonanza.
Oltre a queste caratteristiche, il body dell’Ibanez Ergodyne EDB 300 è anche molto ergonomico e comodo da maneggiare sia da seduto che in piedi.
Il manico è in acero con tastiera in palissandro da 24 tasti. La forma della paletta è la classica Ibanez con le meccaniche posizionate a due a due ai lati. Le meccaniche a prima vista sembrano fragili ma nonostante tutto tengono abbastanza bene l’accordatura anche dopo diverso tempo di inutilizzo.
Sul ponte non c’è molto da dire, si tratta infatti del classico ponte cromato che si trova sui bassi Ibanez di fascia bassa. Nel complesso fa abbastanza bene il suo lavoro.
Considerazioni finali
Dopo aver analizzato gli aspetti tecnici voglio terminare la recensione dell’Ibanez Ergodyne EDB 300 con alcune considerazioni personali.
Partiamo dal presupposto che non vado matto per i pickup soapbar in generale, se non per i double coil jazz, ma tuttavia il suono del basso non è male e accoppiato al materiale del body restituisce un ottimo sustain e profondità di suono. Con il tono chiuso non perde di definizione e il suono è risultato abbastanza potente. Lo consiglierei a chi è alla ricerca di un suono moderno.
La leggerezza e l’ergonomicità sono il punto forte di questo basso. La forma del body permette di accedere facilmente agli ultimi tasti. Uno dei punti deboli di questo basso è l’action che anche con le sellette del ponte al minimo e il manico dritto risulta abbastanza alta. Per questo motivo è stato necessario inserire una leggera zeppatura sotto il manico al fine di abbassare leggermente l’action. Nel complesso il lavoro sulla tastiera è stato effettuato in maniera molto precisa e i tasti non presentavano fret buzz.
Il basso è stato realizzato in soli due colori, il nero e il blu ed è possibile trovarlo abbastanza facilmente nei vari siti di annunci. Il prezzo da usato è molto accessibile e varia tra i 150 € e i 200 €.
Se hai trovato utile la recensione dell’Ibanez Ergodyne EDB 300 ti invito a condividerla.
Grazie